lunedì 18 gennaio 2016

IL PRIMO GIORNO DI SCUOLA

UN DOLOROSO RICORDO 
La mattina del primo giorno di scuola fui accompagnata da mamma. Il primo pensiero non so se fu di paura, certamente ero agitata, non sapendo cosa mi aspettava.
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Finalmente in un aula insieme ad altra bambine subito notai la differenza, molto di loro vestivano perbene (avevamo alle spalle la guerra ) portavano il grembiuli con canditi colletti e un bel fiocco.
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Per la prima volta forse capii nettamente che oltre al mio c’era un mondo diverso e questa volta ero costretta a vederlo tutti i giorni.
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 I miei occhi assorbivano con apatia questa nuova scoperta, si perché tanta mie amiche di scuola sembravano delle bambole viventi, ed io invece senza grembiuli senza fiocco e senza merendina sentivo crescere dentro di me la vergogna e la miseria .
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L’insegnante dopo averci squadrate tutte fece la sua selezione, come capi di bestiame fummo divise dalle bambole viventi, a loro furono assegnati i primi posti, noi bambine già mortificate dalla vita, la scuola! la grande educatrice senza preamboli ci emarginò agli untumi banchi.
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Si sa che le minoranze possono diventare pericolose ( e così fu )forse per ribellione. Ricordo con dolore che un giorno per sottrarmi a una rigata sulla mano, nello spostarmi la mia maestra mi colpi il viso, dentro di me sentii per la prima volta l’odio verso di lei e la tanta decantata scuola e i suoi valori.
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Il rientro a casa mamma mi guardo, mentre io con le lacrime agli occhi le raccontavo ciò che la maestra mi aveva fatto lei mi disse: A scuola domani ti accompagno IO .
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Il giorno dopo andai a scuola accompagnata da mamma, e con mia grande sorpresa portò come dono alla maestra zucchero e caffè , quando le chiesi il perché di quel dono lei rispose!
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Lina! tu il mondo ancora non lo conosci . Non andai più a scuola , mio malgrado non seppi rivendicare il mio diritto di andare a scuola . Il sogno di diventare maestra mi fu rubato grazie proprio alla cattiveria della scuola e all'ignoranza 
 DELLA MIA INSEGNANTE

REALIZZARE UN SOGNO. 
Da bambina, il mio più grande sogno era quello di saper leggere e scrivere perché volevo diventare una scrittrice. 
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Studiare mi piaceva molto, ma non avevo avuto il coraggio di lottare per rivendicare il mio diritto di andare a scuola. Iniziai a mettere nero su bianco solo in tarda età.
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I miei scritti! Quante difficoltà ho incontrato nel realizzarli. Non crediate che sia stato facile. Li scrivevo e poi li cancellavo perché nel rileggerli mi apparivano come abbozzi confusi e indecifrabili.
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 Ognuno di essi è un ricordo di quanta fatica mi sia costato imparare.Sembrava quasi che la fatalità costringesse la mia mente a esprimere i suoi giudizi e le sue affermazioni.Scrivevo come se la penna pesasse quanto una perforatrice elettrica, "vibrante" per l'incertezza e il tremito delle mie mani. Infine, quel poco che so l'ho appreso da sola, da autodidatta.
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Per questo non ho potuto assimilare bene né la coniugazione dei verbi, né la sintassi e l’ortografia. Quanto alla punteggiatura, ancora adesso non capisco dove vanno posti i punti, le virgole e gli altri segni per rendere migliori i pensieri che tento di comunicare.
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Non conosco né storia né geografia. Di matematica non ne parliamo proprio! Eppure ho dovuto leggere e studiare nel grande libro della vita e imparare tutto a mie spese.
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In questo libro le virgole e i punti non erano quei bei simboli tracciati dalla penna come espressioni di bella scrittura, ma piuttosto lotte quotidiane!Ho camminato tra le pagine di quel grande libro attingendo il male, ma da questo ho compreso cos’era il bene.
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Con prepotenza ho rubato a questa vita un po’ di gratificazione per me stessa.
Oggi so che nella grande enciclopedia della vita è incisa anche la mia storia, una storia stilata giorno per giorno e, visto che la matematica non è il mio forte, non saprei proprio immaginare quanti siano i giorni di questa guerra vissuta.
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È vero che con un po’ d'impegno avrei appreso tutte le nozioni che i libri di scuola possono dare. Ma a cosa mi sarebbero servite se la vita aveva per me programmi diversi?
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Questi programmi ho cercato di realizzarli nei migliori dei modi. Se poi c'è stata una fuoruscita un po’ sballata, non ha nessuna importanza: tanto soltanto io...
CONOSCO ME STESSA .Lina V.

E proprio vero che io non ho avuto la possibilità di andare a scuola. Ma come dice un saggio:L’esperienza dimostra che i più istruiti sono gli autodidatti o le persone che “si fanno da sé”. Ci vuole molto più di una laurea per ritenersi istruiti. Può considerarsi tale chi ha appreso a ottenere ciò che vuole nella vita senza ledere i diritti altrui. L’istruzione non è costituita dalle nozioni spicciole, ma dalle conoscenze pratiche applicate durevolmente. Si remunerano le persone non per quanto sanno, ma per cio' che  fanno ,...
 CON QUEL CHE SANNO. Lina 


2 commenti:

Tomaso ha detto...

Cara Lina, ho letto tutto in un fiato il tuo racconto.
Credimi sono rimasto molto scosso!!! Spesso la cattiveria supera ogni cosa.
È stata per te una prova che l'intelligenza non si impara a scuola ma solo quando nella vita si riesce da soli a fare la maturità della vita!!!
Questo nessuna università te la può insegnare ma solo te stessa farai tesoro della maturità della vita.
Ciao e buona serata cara amica, con un forte abbraccio.
Tomaso

Linasolopoesie ha detto...

CARO AMICO TOMASO .
La forza per superare le avversità della vita non viene dal vincere. Sono le mie lotte che hanno sviluppano la mia forza. Quando ho dovuto passare attraverso delle avversità ed ho deciso di non arrenderti, quella è stata la forza. Ho lottato non per vincere ma per perdere .
Tutto si supera nella vita : E' nei momenti sereni che dobbiamo ricordarci di temere sempre le avversità, e nelle avversità ricordiamoci di sperare sempre in cose migliori...Grazie Tomaso . Lina